A cura di Giuseppe Iacorossi
Scritte sui muri
All'inizio degli anni sessanta, in una mattina d'estate i primi che si alzarono per andare a lavoro ebbero la sorpresa di trovare delle scritte fatte con della calce bianca sui muri. Era difficile leggerle un po' perché ancora si era insonnoliti, un po' perché erano state scritte di fretta e con mezzi di fortuna. La novità dell'evento fece subito il giro del paese causando curiosità e stupore. Di li a poco tutti si recarono a leggere e a commentare le scritte. La loro interpretazione era difficile in quanto la chiave di traduzione esigeva la perfetta conoscenza dell'antefatto che le aveva originate. Esse si riferivano a screzi avvenuti pochi giorni prima tra due fidanzati. Per giorni e giorni si parlò solo delle scritte. Molti individuarono i soggetti della scritta e i genitori sentendosi offesi sporsero denuncia contro ignoti. Questo fatto fu preso come una sfida, dai nostri scrittori notturni, e le notti successive comparvero altre scritte. Ci furono delle ronde notturne e degli appostamenti per scoprire gli autori ma senza nessun risultato. Le scritte come per incanto si moltiplicarono ed in poco tempo tutti i muri di Castelluccio ne furono pieni. I nomi degli autori li conoscevamo tutti e tutti li ammiravamo per la loro audacia e per la loro vena poetica. Gli autori delle prime scritte furono: Carlo C., Romualdo P., Nicola O. e
Vittorio T. detto "CIMENTO". Fu l'inizio di un era che è durata fino ai giorni nostri e sono orgoglioso di aver contribuito anche io a sviluppare questa forma di satira che per quello che mi riguarda si riallaccia alle vecchie "sature" che per molti anni hanno fatto sorridere e informato molti castellucciani nelle notti di veglia. La "satura", nel bene e nel male era una forma di poesia molto in voga a Castelluccio. Essa raccontava fatti realmente accaduti. Il compositore ne cantava i fatti salienti in modo da dargli sempre una vena allegorica e divertente, mai realmente offensiva. Le "sature" e le scritte hanno sempre avuto come soggetto principale le ragazze. Mai citate direttamente ma nella frase sempre di facile riconoscimento.
A causa degli imponenti lavori di ristrutturazione che hanno interessato il paese negli ultimi anni, alcune scritte sono scomparse, rimane qualche vecchia fotografia e il ricordo di molti paesani.
Le Figaro
LE RAGAZZE DEL CASTELLO POVERETTE
DI CERVELLO AU PROVATU A CAMBIA’ OMBRELLO SO JITE CON LA FANTERIA CHE SPARA E TIRA VIA
MA STE’ POVERE MUNELLE SO REMASTE SENZA SPARI
E SENZA OMBRELLE LO SCRIVIMO SU LU MURU CHE CE’ LIMO SEMPRE PIU’ DURO |
Alla fine degli anni sessanta arrivò a Castelluccio una brigata di soldati per effettuare delle esercitazioni. Si accamparono in Val di Canatra. La sera in libera uscita venivano al paese. Molte ragazze fecero conoscenza con questi giovani soldati provenienti da tutte le parti d’italia.
Castelluccio per natura è un paese isolato e i contatti con gente diversa da quella castellucciana erano rarissimi. L’occasione era eccezionale, la curiosità pure. Questo fatto portò le ragazze a trascurare noi ragazzi di Castelluccio senza tener conto della brevità del soggiorno dei militari.
Le ragazze ci snobbavano e non volevano più saperne di noi. Bisognava fare qualcosa. Gastone L. riunì alcuni amici che insieme composero una scritta per informare le gentili donzelle che di li a poco i fanti se ne sarebbero andati e sarebbero rimaste senza ombrello. Ovvio il riferimento fallico dell'ombrello e del termine della scritta. La scritta ancora campeggia, un po’ sbiadita, nella facciata delle prime case che si incontrano salendo a Castelluccio.
A ricordo di Gastone L., fertile mente di sature e di scritte, amico indimenticabile di serate in allegria e di giornate di duro lavoro.
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CO LA PRIMA FESTEGGIATA
C'E’ SCAPPATA LA MMAPPATA MENTRE QUIJU NTEDESCAVA LU
SPOSO NZEPPONAVA
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Questa scritta risale alla metà degli anni '90. All’inizio dell’estate si torna a Castelluccio per le ferie e anche per ritrovare i vecchi amici i parenti e tutti gli altri conoscenti. In qualsiasi comunità c’è sempre, sia maschio che femmina, chi rimane scapolo. Si decide di fare una festa, la prima della stagione, dove noi tutti coetanei ci saremmo ritrovati per trascorrere una serata insieme (CO LA PRIMA FESTEGGIATA). La serata scorreva tranquilla. Due nostri coetanei scapolo lui, scapola lei, si ritrovarono accanto e iniziarono a parlare fitto fitto dando l’impressione di un qualche ritorno di fiamma (C'E' SCAPPATA LA MMAPPATA). Ma all’improvviso il nostro amico viene chiamato da alcuni turisti tedeschi e lascia tutti di stucco andandosene. Decidiamo seduta stante di fargli uno scherzo organizzando un finto matrimonio. Si da fiato ad un organetto e con i due sposi in testa ci avviamo nel luogo dove era il nostro amico a parlare con i tedeschi. Lo sposo improvvisato (MENTRE QUIJU NTEDESCAVA LU SPOSO NZEPPONAVA) per far ingelosire il nostro amico fingeva di accarezzare stringere a se la sposa, improvvisava dei balli con lei, ma senza risultati apprezzabili.
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Corriere dell’Aviatore
Pe ttonnà su che lliretta,
la matina 'nfretta 'nfretta,
se ne va lla la Prodelta.
Hai capito giraffone
'ddo se 'pposa l'aquilone ?
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Corriere dell'aviatore Questa, e le altre due scritte riportate qui di seguito sono quelle della terza generazione di scrittori. Il periodo va dai primi anni ’70 al 1985.
La guida storica di questo periodo era Maurizio L. detto “La Gatta”. Questa scritta era in piazzetta, di fronte alla chiesa.
Traduzione letterale:
Per arrotondare qualche lira
la mattina in fretta in fretta
se ne va alla Prodelta.
Hai capito giraffone
dove si posa l'aquilone ?
Per Prodelta si intende la scuola di volo libero della Prodelta,
giraffone è il soprannome dato al personaggio a cui è rivolta la
scritta.
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La posta
Tutti janni a mezzacosto
la casseraja perde lu postu
pe repijallu autunno vicinu
perché cusci vò lu nurcinu
che iva a spassu co natra munella
mentr’essa facia la pumidorella.
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La Posta Traduzione letterale:
Tutti gli anni a ferragosto, la ragazza che abita al cassero (parte più alta del paese) perde il posto, per riprenderlo l'autunno successivo, perchè così vuole il norcino, che andava a passeggio con un'altra ragazza, mentre lei (la ragazza del cassero) era da sola.
Il termine pumidorella, tradotto letteralmente è piccolo pomodoro al femminile, ma il senso che esprime nel dialetto castellucciano è difficilmente spiegabile a parole; praticamente esprime uno stato d'animo di una persona che sopporta una situazione come quella espressa nella scritta facendo finta di niente.
Il senso della scritta è comunque facilmente intuibile. |
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La Nottola
A la partenza de la fantella
lu casciere co na caramella
la vulia zzitta’ pe pupilla ppassonà.
Ma la pora somaratta
vista la capezza stretta
non gnè sse voluta ssottà.
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Li Vippes
Alla prima riunione
c'è scappatu lu FUGONE
Pe vulì truppu commannà
so remasti TUTTI ...
a CACA’
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Li vippes E' l'ultima scritta in ordine di tempo. Traduzione letterale:
I vip
Alla prima riunione, c'è stato il fugone, per voler troppo comandare, sono rimasti tutti senza aver ottenuto nulla. Qualche anno fa alcuni castellucciani illustri (vip), si riunirono per prendere decisioni importanti riguardanti la valorizzazione del paese, ma a causa del fatto che tutti volevano avere un ruolo preponderante nelle decisioni da intraprendere, non si conluse nulla.
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All'egiziana Fica d'oro se cridìa che la penna 'nge scrivia no lo 'ntenne la poretta che lo raru e trovalla stretta. Ie vorremmo fa capì che nnè mancu nu SQINQUIRINQUI |
All'egiziana E' una scritta di circa 20 anni fa, a lato del ristorante "La Taverna di Castelluccio". Grazie alla sensibilità alle tradizioni locali del gestore del ristorante, all'atto del restauro della facciata è stata preservata. Il significato della scritta è facilmente intuibile. |
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Tutte le sere ...
TUTTE LE SERE CO
LA FRASCA
SOTTO LA PARNANZA LU VA'
A RETROVA'
E ALLA FINE SULL'ISOLA DE LU
CANTONIERE
LU FA APPRODA'
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Tutte le sere ... Restaurata la notte di sabato 9 maggio 2009. |
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